Il futuro dei libri

Il futuro dei libri? E' dei lettori e degli autori. Gli altri devono lavorare per assicurarselo. Torniamo a parlare di editoria, questa volta estrapolando e commentando alcune frasi dall'ottima intervista di Serena Danna a Jeff Besoz, per il Corriere della Sera (trovate la versione integrale qui). Cominciamo dicendo che vi sono alcune idee di Besoz che non piaceranno per niente all'establishment dell'editoria italiana e che indicano in maniera lampante quale sarà il probabile futuro dei libri e dell'editoria più in generale.

"Il mio punto di vista è molto semplice: gli ebook devono essere più economici dei libri di carta"

Nulla di nuovo per i lettori più assidui di questo blog. Ho scritto diversi post nel quale accentuavo le mie critiche e perplessità sulle scelte di pricing di molti editori tradizionali; l'ebook presenta lo stesso contenuto dei libri cartacei ma il contenitore è senz'altro di tipo low cost. Avere prezzi alti sugli ebook significa essere clamorosamente ignoranti sulle fondamenta del business digitale, oppure agire in malafede per tentare inutilmente di [boicottare] arginare il nuovo business dell'editoria online. A dire il vero penso che le velleità e aspirazioni dei tanti editori che tengono prezzi alti sui propri ebook si trasformeranno presto in perdite sempre più nette nei propri bilanci, pertanto non ci resta che aspettare...

"Nel business editoriale ci sono solo due attori ad avere il futuro garantito: i lettori — che con gli ebook risparmiano moltissimo, hanno accesso alla loro libreria virtuale in ogni momento e possono scegliere tra una varietà maggiore di titoli e generi — e gli autori, a cui paghiamo il 70% dei diritti. Tutti gli altri devono lavorare per assicurarsi un futuro".

Questo concetto è l'ideale completamento delle scelte sulle politiche dei prezzi appena analizzate. La distribuzione digitale sta portando in secondo piano il ruolo dell'editore; non comprendere o accettare questo presupposto porta ad un'accelerazione del cambiamento piuttosto che ad una sua mitigazione.

"Vorrei dire agli editori che gli ebook non rappresentano la fine del testo tradizionale: i libri di carta non andranno mai fuori stampa o fuori catalogo. Ma certo devono essere gestiti meglio. Le case editrici dovrebbero razionalizzare l’obiettivo di tiratura: a volte si stampa troppo, a volte troppo poco. In entrambi i casi è un processo dispendioso e poco funzionale".

Oltre ad indicare il problema, si indicano anche delle possibili soluzioni. Gli ebook possono costruire delle sinergie di marketing formidabili quando vengono utilizzati nel modo corretto. La sfida per gli editori non consiste nel negare la distribuzione digitale, ma piuttosto nell'utilizzarla per ottimizzare e valorizzare quella cartacea.

"Nel mondo degli ebook un «piccolo» non deve preoccuparsi né della stampa né della distribuzione. Le uniche preoccupazioni per una casa editrice riguardano la parte editoriale e il marketing: sono queste le due competenze richieste nel mondo degli ebook".

Vale per le piccole case editrici ma anche per gli autori indipendenti. Quello che si ottiene con la pubblicazione digitale è una grande opportunità di democratizzazione del mercato editoriale. Come avveniva in precedenza, il mercato resterà comunque il vero criterio per determinare il valore commerciale di un'opera (avete presente i tanti libri di barzellette o ricette culinarie primi in classifica nelle vendite delle principali librerie? Magari scritte da attori, soubrette o calciatori. Un "ottimo esempio" di come l'establishment precedente garantisse la qualità delle opere...). Adesso le regole del gioco cambiano e il libro di ricette o barzellette più venduto può essere scritto dalla nonna di un paese sperduto nelle montagne del nord Italia o da un ragazzino appena uscito dalle scuole.

"Io vedo una nuova arena dove piccoli gruppi si uniranno a bravi pr e professionisti del marketing e, come ho detto, potranno pagare di più gli autori perché non avranno tutti i costi del business editoriale tradizionale. Non è certo la qualità che scompare con gli ebook, tutto quello che interessa davvero al lettore non andrà via".

Ciò che davvero cambia con l'editoria digitale non è il funzionamento del sistema editoriale ma lo schema di redistribuzione del reddito prodotto dalle opere tra chi impiega magari anni per la stesura (gli autori) e chi applica logiche tayloriste e di vera mercificazione alla produzione culturale. E' davvero difficile per un autore provare pena per chi piange sugli utili mancanti o sulle perdite in bilancio, quando fino a ieri le royalty corrisposte apparivano irrilevanti rispetto al lavoro di stesura di un libro. Forse se la logica di distribuzione degli utili avesse seguito percorsi diversi, valorizzando maggiormente gli autori, le cose oggi sarebbero diverse. Ma nessuno può cambiare il passato, pertanto allo stato dei fatti il presente è l'unico presente possibile.

In conclusione, i veri protagonisti del mercato editoriale (autori e creatori di contenuti) non hanno nulla da temere verso la crescita degli ebook in Italia. Non vi è nemmeno niente di particolare da fare per iniziare a prosperare nel nuovo mercato editoriale, basta semplicemente cogliere le tante opportunità offerte dai diversi distributori digitali presenti in Italia. Se gli editori vorranno continuare a contare, dovranno cominciare ad incentrare davvero il proprio lavoro sugli autori. Lavorando tanto quanto hanno sempre fatto gli scrittori di successo. L'ora del redde rationem è finalmente arrivata e nessuno sarà in grado di opporvisi.

1 commento:

Niko ha detto...

utilissimo ed incorragiante x tutti i narratori e gli scrittori che fino ad oggi sono rimasti completamente esclusi dal mercato editoriale.


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